martedì 26 febbraio 2013

Rinunciare a se stessi !!!

Milioni di persone hanno per l’ennesima volta rinunciato a se stessi. Molto spesso l’intelligenza, il coraggio e la fiducia in sé, vengono a mancare non perché carenti nell’anima delle persone, ma per rinuncia. La scuola e la famiglia insieme garantiscono al Potere che un individuo sia devastato nell’autostima entro circa gli otto, nove anni d’età. Questo elimina, anzi, chemioterapizza nell’essere umano ogni velleità di tentare o di esercitare l’intelligenza, il coraggio, e di fidarsi della propria capacità di comprensione. Ci rinuncia per sempre. Infatti udiamo migliaia di volte le notorie considerazioni del “ma io non sono nessuno” o “sono ignorante, cosa vuoi che conti io?”.
Milioni di italiani hanno appena votato come involucri istupiditi, primi fra tutti i grillini, e nulla cambierà, anzi, tutto precipiterà. La storia che vado a raccontare ora dimostra che invece tu, sì proprio tu involucro svuotato e senza colpa, potresti rinunciare alla ‘rinuncia’, e fare la cosa giusta. Se milioni lo facessero, questo mondo sarebbe un paradiso.
2006, sto tornando da Roma con mia moglie e con in mano le bozze del mio futuro libro “Perché ci Odiano” (Rizzoli BUR), dove semplicemente sostenevo che se l’Islam (e non solo) odia l’Occidente, è perché li abbiamo massacrati da ogni punto di vista per almeno un secolo. In quel libro raccoglievo una documentazione impressionante tratta dagli archivi CIA e MI5 che dimostrava come già negli anni ’50 USA e Gran Bretagna, con il braccio armato di Israele, fossero perfettamente consapevoli di stare depredando, ingannando e sopprimendo i popoli arabi senza pietà, per mire strategiche. Sapevano che essi erano già allora esasperati, che aspiravano anche loro a democrazie di stampo socialista, ma in nessun modo glielo avrebbero permesso. Andavano sacrificati, a milioni, per il nostro benessere, con colpi di Stato, torture, e violenza. Io e mia moglie ne discutiamo animatamente per un bel po’. Sono passati solo 5 anni dall’11 Settembre. Ok.
Seduta davanti a me, ma sulla destra, sta una vecchiettina con la faccetta proprio simpatica, una comparsa da film, davvero. Il treno proviene da Napoli e fermerà a Milano. L’anziana a un certo punto mi si rivolge e mi chiede, impugnando un vecchio cellulare, di fare una chiamata al figlio, solo per dirgli che il treno sarà in ritardo. Ci tiene molto, perché si sta recando proprio al suo matrimonio. Io, figurati, certo che le faccio il numero. Lei parla e riattacca. Poi… avete presente una molla sotto il sedere? Bé la vecchietta salta in piedi e sorridendo contenta mi chiede di prenderle giù una larga valigia nera e di appoggiarla sui tavolinetti centrali. Ok, lo faccio. Lei apre la zip e scoperchia degli enormi vassoi di paste napoletane, ce ne saranno almeno 4 uno sull’altro. Estrae pasticcini e inizia a insistere che ne approfittiamo, ma non solo mia moglie ed io, tutti i presenti dei nostri quattro posti e pure i quattro dell’altra fila di fianco a noi. Io le chiedo sorridendo il perché, e lei mi dice “La devo ringraziare per il favore che mi ha fatto!” Accidenti, sai che favore!, dai, una chiamata. Ma no, lei non sente ragioni e ci allieta tutti e otto con una festa improvvisata. Poi… può mancare un cin cin? Estrae da una sporta una bottiglia di limoncello, “ehhh! questo l’ho fatto io, coi miei limoni, mica roba da supermercato!”, e giù a bere tutti, sorsino di qui, sorsino di là, pastina di su, pastina di giù, evviva.
Infine ricomponiamo tutto e con sorrisi caldi ciascuno si rimette a farsi i fatti suoi.
Nei quattro posti di fianco a noi ci sono due signori napoletani, proprio il classico uomo ‘dal cappello’ e signora con acconciatura e tinta, un po’ sovrappeso. Età attorno ai 75 direi, e davanti a loro letture del tipo CHI, Vero, Oggi, Settimana Enigmistica. A un certo punto il signore mi si rivolge, con quel voi educato che è sopravvissuto solo a Napoli, con un sorriso mite, per dirmi questo:
Il Signore: “Mi scusi, io ho ascoltato involontariamente la vostra discussione di prima, quella… bé, sì, i terroristi e gli islamici, l’America, la guerra, mi capisce? Allora io vi vorrei fare la seguente domanda, se mi è permesso”.
Io: “Ma si figuri, prego”. L’uomo si china discretamente verso di me e continua quasi sottovoce.
Il S.: “Lei, potrebbe mai odiare quella gentile signora che ci ha offerto le paste?
Io: “Ovvio che no”, e sono un poco interdetto dalla banalità della domanda.
Il S.: “Ecco”, prosegue lui, “vede, io sono ignorante, mi perdoni, non ho studiato come lei giornalista, ma io penso che se qualcuno ti fa del bene non puoi odiarlo. Se odi qualcuno, bè, vuol dire che qualcosa ti ha fatto, di male. Ecco, io penso questo dell’odio dei musulmani contro di noi. Qualcosa di brutto glielo abbiamo fatto di sicuro”. Si ritrae quasi facendo un cortese inchino con la testa.
Io sono... come sono? Interdetto? Fulminato? Sì, anche, ma soprattutto mi sento disarmato come poche volte nella vita, e gli dico:
Ma lo sa che lei ha riassunto in quaranta parole un libro di quattrocento pagine? Bastava che fossero venute in mente a me quelle quaranta parole, e mi risparmiavo tutta sta fatica. Gesù, il senso di tutto il mio libro è esattamente, precisamente quello…”. Sgrano gli occhi con mia moglie. Non ci posso credere. Fine storiella.
Cosa vuol dire? Ma non è ovvio? Io sono un giornalista che ha studiato e viaggiato il mondo per 30 anni, ho avuto mezzi di conoscenza inimmaginabili per un pensionato di Napoli, oltre tutto auto definitosi ignorante. Ma lui in pochi secondi è arrivato, ed era arrivato, da solo a capire una verità storica su cui si sono ‘s-cervellati’ studiosi internazionali e che il 98% degli italiani non ha mai capito, colti, non colti, politici, esperti. Come aveva fatto un settantenne popolano ad avere la stessa consapevolezza ultra-progressita e umanitaria di un Chomsky, di un Vidal, Pilger, Avneri, Pappe, mia? Semplicemente, non aveva rinunciato.
Non aveva rinunciato a usare la sua testa a dispetto dello Tsunami di opinione pubblica, di luoghi comuni, e di milioni ore di Tv, articoli di giornale, pontificanti ‘esperti’ che da dieci anni e più ci dicono che sti tizi scuri e con le barbe lunghe ci odiano perché… ci odiano. Al meglio ci dicono che odiano le nostre donne discinte e la democrazia. Menzogne abominevoli, veri olocausti di memoria storica, ma è opinione cementificata del 98%. Lui invece si era fidato di sé, e aveva capito tutto, tutto. Eccezionale. Non aveva rinunciato.
Va da sé che rimasi piacevolmente colpito da quell’episodio, ma la cosa che conta qui è invece di una tragicità desolante. Se l’uomo e la donna cosiddetti della strada, persino anziani, possono arrivare a consapevolezze molto avanzate, ad avere il coraggio di pensare contro l’ottusità di milioni, e quindi a fare eventualmente la cosa giusta nella società, allora perché masse immani di persone non lo fanno mai? Non servono i libri, non serve una grande cultura, non servono redditi elevati. Serve che a un bambino venga risparmiata la chemioterapizzazione della sua libertà di pensiero, del suo saper pensare ‘contro’, della fiducia che deve avere nella sua capacità d'intuire, a prescindere.
Serve distruggere la scuola, ed educare le famiglie a non umiliare i ‘piccoli’, con quei “ma cosa vuoi capire tu alla tua età?”, “dai retta ai grandi”, “pensa ad andare bene a scuola piuttosto”.
E avremmo un mondo di paradiso dove nessuno di noi rinuncia a essere il Guru di se stesso, sempre.
Questo ha senso raccontare adesso.
Paolo Barnard.

Sardegna, Isola di servi stupidi e rassegnati


Sardegna, Isola di servi stupidi e rassegnati

L'identità di un popolo che svanisce!!!

 


Mi è capitato di leggere in questi giorni alcuni articoli che parlavano del celebre Forte Village, il grande complesso alberghiero di Santa Margherita di Pula, fiore all’occhiello della ricettività alberghiera del sud Sardegna. Articoli che mi hanno colpito molto, anche se non hanno aggiunto nulla a quanto già sapevo o immaginavo sull’opera di sfruttamento della manodopera sarda da parte dei datori di lavoro (spesso “forestieri”) che va avanti da sempre, come status quo ormai consolidato. Eppure leggere certe cose colpisce sempre, perché fanno comunque vedere una realtà che in tanti sanno, ma che tutti (o quasi) fanno finta di non vedere.
“Forte Village, dove la Marcegaglia fattura 63 milioni e non paga gli straordinari”. Questo il titolo di uno di questi articoli. Già proprio lei, la Marcegaglia, che è fra i soci proprietari del Forte Village, quella che da presidente di Confindustria strillava e sbraitava contro il lavoro nero in Italia. Ebbene all’interno di questa mega struttura, presa d’assalto ogni anno da magnati russi e arabi, chi ci lavora viene sfruttato e sottopagato. Scordarsi poi che vengano pagate le tantissime ora di straordinari fatte.
Ancor di più mi ha colpito l’articolo pubblicato sul sito CAGLIARIFORNIA, intitolato “Forte Village: una stagione all’inferno”, dove un’ex bagnino del complesso alberghiero racconta con grande lucidità le assurde condizioni a cui devono sottostare tantissimi lavoratori del mega-hotel dove, passatemi la volgarità, dietro tutto quel lusso sfrenato si nascoste una gran tappeto sotto il quale viene nascosta tutta la merda.
Due articoli che danno da pensare e fanno riflettere. Non tanto, come ho detto, perché dicono qualcosa di nuovo, quanto piuttosto perché ci mostrano come in Sardegna le cose non si smuovono mai, da anni. La situazione del Forte Village è la medesima che vivono ogni giorno i lavoratori sardi in tantissime attività, dal nord al sud dell’Isola: ossia vengono sfruttati. Niente di nuovo sotto il sole. Tutti  lo sanno. Tutti lo vedono. Tutti (o quasi) si girano dall’altra parte e si accontentano. Mi hanno colpito queste parole dell’articolo scritto dall’ex bagnino-facchino Daniele Garzia: “il servo sardo è un mulo che lavora per lavorare e che gli si può chiedere tutto, facendogli credere che gli si sta facendo un favore”. Niente di più vero. In poche parole ha descritto in maniera perfetta quello che da sempre succede in Sardegna. E chi non ci sta fa le valigie e va via, è costretto ad emigrare. Io che sono davvero un mulo sardo lo bene, lo vedo tutti i santi giorni.
E nel frattempo la disoccupazione cresce, con un esercito di 100 mila cassintegrati. La Sardegna viene solo sfruttata dagli “invasori”, da quelli che vengono da fuori, prendono, fanno, distruggono, ricostruiscono a piacimento, succhiano il sangue all’Isola e ai sardi. Prendono e nulla danno in cambio, se non le briciole. Succede ogni giorno in Sardegna. Succede al Forte Village così come alla Saras, succede in Costa Smeralda e in tutti quei locali estivi più o meno grandi dove i giovani vengono assunti (quasi sempre in nero) per fare la stagione. Succede negli studi di avvocati, commercialisti e tanti altri professionisti dove con la scusa del tirocinio giovani e meno giovani lavorano tutto il giorno gratis o a paghe da miseria. Succede a migliaia e migliaia di dipendenti, dai call center ai supermercati ai ristoranti ai bar etc… Succede in tutti i campi e in tutti i settori nella nostra Regione. Spesso sono anche sardi che sfruttano altri sardi. Perché quando c’è il soldo non si guarda in faccia nessuno. Nessuno si lamenta, nessuno fiata, tutti si accontentano di servire e riverire.
L’unica cosa che mi chiedo è questa: ma chi deve controllare dove sta? L’ispettorato del lavoro dov’è? Non dovrebbe controllare che i contratti di lavoro vengano rispettati? Perché devono aspettare che qualcuno denunci?  Perché non si muovono loro in anticipo? 
Ma soprattutto: per quanto tempo ancora noi sardi dovremo aver paura di far rispettare i nostri diritti?

domenica 24 febbraio 2013

SARDEGNA e SPAGNA nazioni gemelle



Popolo Sardo l'interesse per l'Indipendenza Sarda arriva sino in Spagna.
Leggete l'articolo in un'altro link:

Porgiamo un grande saluto fraterno a tutta la Spagna.
Chin salude e cuncoldia.



http://www.racocatala.cat/forums/fil/171852/eleccions-italianes-clau-independentista

Popolo Sardo Siate Fieri !!! Avanti Forza Paris

Popolo Sardo siate FIERI della vostra identità, fate Onore al nostro leader Doddore che  si batte per i nostri diritti da trentanni !!.
Siate Fieri e sereni nel dare il voto sopratutto per noi stessi e per le future generazioni !!.
Numerosi , dovete essere numerosi.!!
Avanti Forza Paris !!!.

sabato 23 febbraio 2013

Un piccolo Grande Passo Verso L'indipendenza !!!!!

23/02/2013

La Sardegna elimina l'IVA e diventa un paradiso fiscale tax frSardegna Tax free: 'Ecco come cambierà la nostra vita'

di Nadia Francalacci
“Entro il termine perentorio del 24 giugno 2013, si comunica che la Regione Autonoma della Sardegna con delibera del 7 febbraio 2013 ha stabilito l’attivazione di un regime doganale di zona franca esteso a tutto il territorio regionale. Si chiede pertanto la modifica del regolamento prevedendo che tra i territori extra-doganali dell’Italia sia indicato anche il territorio della Sardegna isole minori comprese”.
E’ la richiesta ufficiale inviata lo scorso 12 febbraio dal Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, al Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, al presidente del Parlamento Europeo, al Consiglio dei Ministri, alle autorità doganali e nella quale si comunica ufficialmente che la Regione Sardegna diventerà come Livigno: tax free, zona franca.
Una svolta epocale per il territorio sardo resa possibile dai presupposti normativi del Trattato di Lisbona che prevede l’impegno dell’Unione Europea nel ridurre il divario economico e sociale tra le regioni, in base al Decreto legislativo 75 del 1998 e ai sensi dell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
“L’istituzione della zona franca - scrive nella delibera il presidente Cappellacci – consente di compensare lo svantaggio relativo alla natura insulare e ultraperiferica della Sardegna, di limitare il fenomeno dello spopolamento dell’isola e di mantenere la pace sociale”.
Nella delibera il presidente spiega che si è resa necessaria l'attivazione della zona franca, per arginare la crisi che continua ad investire i settori produttivi della Sardegna e larghe fasce della popolazione con gravissimi disagi di tipo sociale e economico.
Tra le zone interessate dalla crisi sia quelle rurali che quelle di transizione industriale ma anche le regioni che presentano permanenti svantaggi naturali e demografici come i territori settentrionali a bassissima densità di popolazione, le aree insulari e di montagna.  
Ma nella richiesta ufficiale inviata alla Commissione Europea e alle Dogane, si precisa che la decisione di trasformare la Sardegna in zona franca è stata presa da 240 Comuni dell’isola che hanno tutti deliberato per l’attivazione della “tax free”. Il primo comune a diventare la nuova Livigno dell’isola è stato Portoscuso che ormai da mesi, ha ottenuto anche il riconoscimento ufficiale di zona franca dalle Dogane.
In questo territorio non esiste più il ricarico sui prodotti dell’Iva e anche la benzina costa meno di un litro di acqua naturale. Adesso anche le altre 240 amministrazioni comunali sarde aspettano la stessa ratifica ufficiale delle Dogane per abbattere i prezzi e dare nuovo impulso all’economia del territorio.
“L’istituzione della zona franca trasformerà la Sardegna nella nuova Svizzera- spiega a Panorama.it, Andrea Impera, presidente regionale Associazioni del commercio e artigianato – e permetterà il rifiorire dei piccoli commercianti e soprattutto dell’edilizia”
“Abbattere l’Iva ci consentirà di avere il carburante a costi bassissimi, di pagare pochissimo l’energia elettrica e di mettere in moto nuovamente tutto l’indotto legato al settore edilizio- prosegue Impera – un indotto ormai morto da anni e che ha ridotto sul lastrico intere famiglie. La zona franca ci permetterà di costruire a bassissimo costo e quindi favorirà gli investimenti”.
Ed è proprio sugli investimenti da parte degli stranieri e degli imprenditori italiani che Impera crede possa arrivare la svolta decisiva per la crescita economica dell’isola.
“Quando sarà possibile far entrare ufficialmente a regime la zona franca, ovvero quando le Dogane ci riconosceranno – conclude il presidente Andrea Impera – saranno moltissimi gli imprenditori che decideranno di aprire nuove attività e investimenti sul nostro territorio. Purtroppo la Sardegna per troppi anni è rimasta isolata dal resto d’Italia complice non solo la crisi economica che ha rallentato il turismo ma soprattutto per i costi elevatissimi dei traghetti e aerei che ci hanno ulteriormente penalizzato”.
In base alla delibera del presidente Cappellacci e alla scadenza perentoria del 24 giugno, l’estate 2013 per la Sardegna dovrebbe profilarsi, sotto il profilo turistico, davvero rivoluzionaria.          
Infine il presidente Capellacci riporta nella sua delibera, una sentenza della Corte Costituzionale del 2001 nella quale si sancisce che non spetta allo Stato modificare, integrare o dare esecuzione alle norme di attuazione delle leggi istitutive delle regioni a Statuto speciale. Insomma, la Sardegna ha deciso. E diventerà il nuovo paradiso fiscale d’Italia.
Fonte Rivista PANORAMA.

Avanti Forza Paris.
     

venerdì 22 febbraio 2013

Popolo Sardo riprendiamoci la nostra Identità

Popolo Sardo ormai siamo arrivati al capolinea, da Domenica fino a Lunedì si vota.
Il voto è un diritto di tutti i cittadini non mancate.
Noi Sardi oltre che un dovere al voto,  abbiamo un'altro obbiettivo.
Riprenderci la nostra identità e la nostra terra.
Popolo Sardo andate  a votare  e imprimete nella vostra mente questa foto.
Ricordate le vostre origini, il vostro passato,  la vostra cultura e adesso  immagginate il vostro futuro.
Un futuro fatto di padroni in terra nostra dove prima vengono i Sardi perchè siamo e dobbiamo essere padroni in casa nostra.
Avanti Forza Paris.

Manifesti Olbia

mercoledì 20 febbraio 2013

MERIS arriva sino in Spagna !!!


Popolo Sardo l'interesse per l'Indipendenza Sarda arriva sino in Spagna.
Leggete l'articolo qui sotto il link.

Porgiamo un grande saluto fraterno a tutta la Spagna.
Chin salude e cuncoldia.


http://www.vilaweb.cat/noticia/4086178/20130220/eleccions-italianes-clau-independentista.html

Sede MERIS Nord SARDEGNA

A tutti i patrioti Sardi, vi presentiamo la nuova sede MERIS per il Nord SARDEGNA.
Avanti Forza Paris!

 


martedì 19 febbraio 2013

Promesse mai mantenute.

I giorni passano, trascorrono inesorabilmente a una velocità impressionante segnando la vita di tutti, con gioie o dolori.
I giorni passano noi esseri umani siamo solo una figura materiale su questo pianeta, per mè il mio pianeta è la SARDEGNA.
I giorni passano  e come persone o meglio dire  numeri, siamo bombardati da fatti osceni di politicanti trogloditi e bugiardi, orgogliosi ancora una volta di apparire in uno schermo di vetro, non importa cosa dicono, non importa con chi si scontrano l'importante è esserci, farsi vedere e fare promesse, promesse MAI !!! MANTENUTE!!.

I giorni passano e sempre più forte griderò ad alta VOCE !!! POPOLO SARDO RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA IDENTITA'.
DIAMO VOCE AI SARDI !!!!!

Diamo prova della nostra forza 
VOTIAMO MERIS !!!!!!!!! 
Avanti Forza Paris

domenica 17 febbraio 2013

Bentornato Doddore !!!!!

Bentornato Doddore, una lieta notizia allieta la fine di questa Domenica.
Il movimento di Olbia con tutti i suoi compagni ti augura una pronta ripresa .
Un caloroso abbraccio a tè e famiglia.
Avanti Forza Paris.


sabato 16 febbraio 2013

Rialzarsi in piedi per Reagire !!!!

Popolo Sardo ,  all'evidenza di quello che è successo al nostro leader Doddore.

Bisogna Reagire !! dando un chiaro e forte segnale di Solidarietà  a tutto il movimento MERIS.

Nulla può fermare le idee di un Leader, nulla può fermare un movimento che afferma e dichiara cose vere !!! e giuste .

Popolo Sardo riprendiamoci la nostra identità, riprendiamoci la nostra storia, riprendiamoci quello che ci appartiene.

Forza Doddore siamo con tè.
Un forte abbraccio di solidarietà,  a tè Doddore e a tutta la tua famiglia.
Avanti Forza Paris.

giovedì 14 febbraio 2013

AVANTI FORZA PARIS !!!!!



Quirra, muore a 25 donna nata malformata. E ANCORA CI DICONO CHE IL POLIGONO NON C’ENTRA NIENTE!

di Valeria Gianoglio
PERDASDEFOGU. Venticinque anni fa, quando era venuta alla luce, in ospedale, con poco tatto, alla mamma avevano detto che non era esattamente un angioletto dal volto aggraziato. E che forse, con quelle malformazioni così evidenti, non sarebbe riuscita a starci per molto, al mondo. Eppure, la mamma se l’era voluta portare a casa, se l’era stretta al petto come un dono prezioso e, per venticinque lunghi anni sino a ieri, quando purtroppo la giovane ha esalato l’ultimo respiro, l’ha accudita come una principessa. Anche dopo essere rimasta vedova e dunque con meno sostegno tra le pareti domestiche.
Quand’era incinta della sua bimba, un giorno, guardando dalla finestra della sua casa di Escalaplano, la mamma aveva avuto come un brutto presagio e, tempo dopo, lo avrebbe raccontato anche al procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi che poi aveva inserito quella testimonianza nel fascicolo sul caso Quirra: «Ho visto una nube di fumo che si levava dal poligono e si posava sopra la nostra casa», aveva raccontato al magistrato.
Una settimana dopo aver visto quella nube, aveva partorito la sua Maria Grazia. La bimba era nata con malformazioni evidentissime alla testa e con una lista di altri problemi di salute che avevano fatto pronunciare ai medici previsioni nefaste. C’era chi diceva che la neonata non sarebbe sopravvissuta a lungo, c’era chi gridava all’impossibile, c’era anche chi cominciava già a chiedersi se la vicinanza del poligono di Quirra e la presenza di altri casi di tumori infantili in quel periodo – siamo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta – non fossero solo una coincidenza.
Certo è che la piccola Maria Grazia e la sua storia dolorosa, fatta di medicine, di cure sfiancanti, di una vita condotta nella sua casa, con poche distrazioni ma molto affetto, è diventata il simbolo di una vicenda, quella di Quirra, e dell’ indagine aperta dal procuratore Fiordalisi. Confluita nel fascicolo d’inchiesta dopo che il magistrato, con molto tatto ma altrettanta tenacia, aveva convinto la mamma a parlare e a raccontare la sua storia.
È per questo che la morte di Maria Grazia ha scosso molto la stessa procura ogliastrina. Ed è una morte che giunge, tra le altre cose, a pochi giorni dall’ultima udienza preliminare sui veleni del poligono, al termine della quale il gup Nicola Clivio dovrà decidere se rinviare o prosciogliere i venti imputati. Anche se in questo caso, non si tratta di imputati per “omicidio colposo” ma per reati legati al presunto disastro ambientale.
Perché per l’altra tranche dell’inchiesta, quella riservata all’omicidio colposo, lo stesso procuratore ha chiesto l’archiviazione. Per ragioni piuttosto semplici: per la scienza, attualmente, è difficile se non impossibile stabilire un eventuale nesso di causalità tra la presenza di un poligono e l’insorgenza dei tumori. Né, come hanno accertato le conclusioni della commissione parlamentare d’inchiesta, all’interno del poligono di Quirra c’erano tracce di uranio impoverito, ma altre sostanze. Per la difesa rientrano nei limiti della normalità, per l’accusa, invece, no.

lunedì 11 febbraio 2013

Sardegna, Isola di servi stupidi e rassegnati


Sardegna, Isola di servi stupidi e rassegnati


Mi è capitato di leggere in questi giorni alcuni articoli che parlavano del celebre Forte Village, il grande complesso alberghiero di Santa Margherita di Pula, fiore all’occhiello della ricettività alberghiera del sud Sardegna. Articoli che mi hanno colpito molto, anche se non hanno aggiunto nulla a quanto già sapevo o immaginavo sull’opera di sfruttamento della manodopera sarda da parte dei datori di lavoro (spesso “forestieri”) che va avanti da sempre, come status quo ormai consolidato. Eppure leggere certe cose colpisce sempre, perché fanno comunque vedere una realtà che in tanti sanno, ma che tutti (o quasi) fanno finta di non vedere.
“Forte Village, dove la Marcegaglia fattura 63 milioni e non paga gli straordinari”. Questo il titolo di uno di questi articoli. Già proprio lei, la Marcegaglia, che è fra i soci proprietari del Forte Village, quella che da presidente di Confindustria strillava e sbraitava contro il lavoro nero in Italia. Ebbene all’interno di questa mega struttura, presa d’assalto ogni anno da magnati russi e arabi, chi ci lavora viene sfruttato e sottopagato. Scordarsi poi che vengano pagate le tantissime ora di straordinari fatte.
Ancor di più mi ha colpito l’articolo pubblicato sul sito CAGLIARIFORNIA, intitolato “Forte Village: una stagione all’inferno”, dove un’ex bagnino del complesso alberghiero racconta con grande lucidità le assurde condizioni a cui devono sottostare tantissimi lavoratori del mega-hotel dove, passatemi la volgarità, dietro tutto quel lusso sfrenato si nascoste una gran tappeto sotto il quale viene nascosta tutta la merda.
Due articoli che danno da pensare e fanno riflettere. Non tanto, come ho detto, perché dicono qualcosa di nuovo, quanto piuttosto perché ci mostrano come in Sardegna le cose non si smuovono mai, da anni. La situazione del Forte Village è la medesima che vivono ogni giorno i lavoratori sardi in tantissime attività, dal nord al sud dell’Isola: ossia vengono sfruttati. Niente di nuovo sotto il sole. Tutti  lo sanno. Tutti lo vedono. Tutti (o quasi) si girano dall’altra parte e si accontentano. Mi hanno colpito queste parole dell’articolo scritto dall’ex bagnino-facchino Daniele Garzia: “il servo sardo è un mulo che lavora per lavorare e che gli si può chiedere tutto, facendogli credere che gli si sta facendo un favore”. Niente di più vero. In poche parole ha descritto in maniera perfetta quello che da sempre succede in Sardegna. E chi non ci sta fa le valigie e va via, è costretto ad emigrare. Io che sono davvero un mulo sardo lo bene, lo vedo tutti i santi giorni.
E nel frattempo la disoccupazione cresce, con un esercito di 100 mila cassintegrati. La Sardegna viene solo sfruttata dagli “invasori”, da quelli che vengono da fuori, prendono, fanno, distruggono, ricostruiscono a piacimento, succhiano il sangue all’Isola e ai sardi. Prendono e nulla danno in cambio, se non le briciole. Succede ogni giorno in Sardegna. Succede al Forte Village così come alla Saras, succede in Costa Smeralda e in tutti quei locali estivi più o meno grandi dove i giovani vengono assunti (quasi sempre in nero) per fare la stagione. Succede negli studi di avvocati, commercialisti e tanti altri professionisti dove con la scusa del tirocinio giovani e meno giovani lavorano tutto il giorno gratis o a paghe da miseria. Succede a migliaia e migliaia di dipendenti, dai call center ai supermercati ai ristoranti ai bar etc… Succede in tutti i campi e in tutti i settori nella nostra Regione. Spesso sono anche sardi che sfruttano altri sardi. Perché quando c’è il soldo non si guarda in faccia nessuno. Nessuno si lamenta, nessuno fiata, tutti si accontentano di servire e riverire.
L’unica cosa che mi chiedo è questa: ma chi deve controllare dove sta? L’ispettorato del lavoro dov’è? Non dovrebbe controllare che i contratti di lavoro vengano rispettati? Perché devono aspettare che qualcuno denunci?  Perché non si muovono loro in anticipo? 
Ma soprattutto: per quanto tempo ancora noi sardi dovremo aver paura di far rispettare i nostri diritti?

giovedì 7 febbraio 2013

Sardegna VENDUTA e INQUINATA !!! A sos Scontinentales

Di Gianluca Iozzi | 07.02.2013 16:50 CET
Sembra di assistere ad un film già visto: quando si toccano i poteri forti o comunque aziende che hanno alle spalle grandi proprietari è meglio smettere di indagare. È il caso della Saras dei fratelli Moratti che ha chiesto il risarcimento per i danni di immagine a Massimiliano Mazzotta, reo di aver realizzato un film-inchiesta sulle attività dell'azienda.

Read more: http://it.ibtimes.com/articles/42659/20130207/ho-dovuto-lasciare-l-italia-parla-il-regista-del-film-inchiesta-contro-la-saras.htm#ixzz2KEu2PpUW

Nelle varie cause civili intentate contro l'autore, l'opera è stata definita lecita. Persino il garante della privacy ha ritenuto il lavoro 'encomiabile' e 'd'interesse pubblico nazionale'. Ma nonostante questo, l'azienda chiede il sequestro del film nonché il risarcimento del "danno d'immagine sostenendo che 'Oil' è tendenzioso nella forma e nei contenuti. Hanno sollevato problemi sulle scelte della regia, dicendo che si violava la loro privacy e hanno anche sostenuto che alcune interviste erano state estorte con l'inganno. Mentre io ho sempre documentato i permessi e mi sono sempre presentato come giornalista d'inchiesta. Per cui il mio messaggio, ha detto il garante, non è stato distorto". Così come dichiarato dallo stesso Mazzotta al quotidiano on line SardiniaPost.
E lo stesso regista mette in evidenza come dopo la decisione di girare il film-inchiesta la sua vita sia totalmente cambiata: "Non vivo più da quando ho fatto quel film. Avevo un'attività a Porta Venezia a Milano, e sono dovuto scappare dall'Italia. Ora vivo a Goa, in India"

"Sono successe delle cose 'strane -continua il regista , ndr- che chiaramente non posso imputare ad una connessione diretta con la mia vicenda del film Oil. Ma se ti cade il soffitto della casa, ti rompono più volte la vetrina del negozio, ti portano via lo scooter, perde il tubo del common rail della macchina con il rischio che s'incendi in corsa... credo che non sia facile per nessuno convivere con queste situazioni".
Tanto per capire fino a dove la Saras può estendere i suoi tentacoli basti pensare che "una ragazza, Luisa, una barista, è stata cacciata dal lavoro perché ha promosso una visione pubblica nel locale. Il rapporto tra la politica e i dirigenti della Saras è strettissimo. Controllano la situazione a tutti i livelli in maniera trasversale. Per esempio, ricordo che un secondo prima della proiezione del film agli universitari di Cagliari, nella sala Cosseddu dell'Ersu (l'Ente regionale per il diritto alla studio universitario, ndr) il direttore ha bloccato tutto. La Saras allora spingeva sul fatto che c'era una causa in corso. Ma la cosa più difficile è stato portare il film fuori dalla Sardegna". Così come raccontato da Mazzotta nell'intervista al quotidiano sardo.
Ma l'impresa già in passato era finita nell'occhio del ciclone per via di una denuncia effettuata dall'agricoltore Carlo Romanino. Quest'ultimo coltivava principalmente pomodori. L'azienda di famiglia, 10mila metri quadri di terreno sita in località Leonaxi, si trova a poche centinaia di metri proprio dalla raffineria dei fratelli Moratti.
I pomodori, vero e proprio fiore all'occhiello dell'azienda, ad oggi risultano fuori mercato, si è fermata la produzione. Il motivo è da attribuire al fatto che sono avvelenati: contengono metalli pesanti come piombo, arsenico, nichel e rame. E secondo uno studio commissionato proprio al geologo cagliaritano Manlio Aime il tutto è da mettere in relazione agli scarichi della raffineria dei Moratti.
Ma c'è chi proprio non vuol sentir parlare di Saras: "Non volevano venire a lavorare da noi, avevano paura della raffineria, dei fumi. In definitiva, del cancro. D'altronde a Sarroch non passa mese che non ci si ritrovi in chiesa e poi in cimitero: messa e funerale. Tutti morti di tumore, a cadenza ciclica. E spesso giovani. L'ultimo lutto pochi giorni fa: donna, quarant'anni. Il penultimo ai primi dell'anno". Così come dichiarato da Romanino al quotidiano sardo.

lunedì 4 febbraio 2013

A tie Sardigna !



Poeta: Antioco Casula (Montanaru)
(Desulo 1878 - 1957)

 A tie Sardigna !

Salude Sardigna cara! o terra mia,
Mamma d’omines fortes, berritados,
De pianos e montes desolados,
De bellas fèmminas e de poesia.

Una die che perla ses cumparta
Subra sos mares ricca d’onzi incantu
E curreit de te su dulche vantu
De sa fama, che vela in mar’isparta.

Fin gigantes sos òmines e sas terras
Fruttos daian caros che i s’oro,
E in su mundu no b’aiat coro
Chi no esset bramadu cuddas serras

De Gennargentu mannu e de Limbara
O sas baddes de Tirsu e Flumendosa.
E tue che una dea gloriosa
Subra sas abas risplendias giara.

Dae tando passein longos annos
E tue rutta in bassu tantu sese
Tue lizu de principes e Rese,
Rutta che Cristos sutta sos affannos.

Ma non t’avviles! pes’alta sa testa
Sardigna mia! e mira in altu mira,
Pustis de tantu dolu e de tant’ira
Est tempus chi pro te puru siet festa.

Sos buscos tuos ti lo s’han distruttos
Cun piccones cun serras e istrales,
Han’ingrassadu sos continentales
E tue ses restada senza fruttos.

A tie sempre sos impiegados
Chi tentu han fama ’e falsos e ladrones
Ca sempre han giutu custos berrittones
Che unu tazzu de boês domados.

E has pagadu a sa muda donzi tassa
Populu sardu avvesu a obbedire
Cun su coro siccadu in su patire,
Cun su coro siccadu che pabassa!

Ma coraggiu, coraggiu! ateros coros
Oe Sardigna t’animan sas biddas
Como su mortu fogu ettat chinchiddas
Chi altas lughen’in tottu sos oros

De custu mare ch’ispettat serenu
Sa tua fortuna; e sied’issa accanta
Pro te patria mia o terra Santa
Tenta sempre in penuria e in frenu.

Sos fizos tuos giovanos e bellos
Ardimentosos, giaman libertade
E giustizia e donzi bontade
Subra d’antigos odios rebellos.

E issos Patria a tie ti den dare
Donz’umana potenzia e fortuna
Gloriosa, comente dat sa luna
Sa lughe a su serenu tuo mare.

 http://www.poesias.it/poeti/casula_antioco%28montanaru%29casula_antioco%28montanaru%29.htm

Nuovo Appello !!!! AVANTI FORZA PARISI

  

MERIS si prefigge di operare affinchè realizzi completamente, lo statuto della Regione Autonoma della Sardegna, l'effettivo rispetto delle leggi internazionali sottoscritte e ratificate dall'Italia.

MORATORIA DI RINVIO DI TRE ANNI DI TUTTI I PAGAMENTI EQUITALIA PER TUTTE LE AZIENDE OPERANTI IN SARDEGNA.




domenica 3 febbraio 2013

Sardegna maltrattata !



                                    

Mentre le altre Regioni chiedono ed ottengono ciò che spetta
loro dal Governo centrale, la Sardegna non ottiene mai niente
tranne che briciole e noi sardi accettiamo tutto quello che viene
proposto dal centro.
Questa è una storia che ci trasciniamo dal Regno Sardo- Piemontese.
Neanche quando abbiamo avuto capi di governo sardi abbiamo mai
ottenuto gran che sebbene la nostra sia una Regione a Statuto speciale.
Non abbiamo avuto mai governi regionali all'altezza del loro compito, lo vediamo con
le poche fabbriche rimaste che stanno per chiudere, con la disoccupazione
al limite della sopportazione, con la povertà e la dispersione scolastica in aumento.
Si eliminano i posti letto in una Regione dove sino a ieri c'era la malaria e siamo i primi nel mondo per l'anemia mediterranea, il favismo, la sclerosi multipla etc. 
I nostri governanti non hanno mai risolto il contenzioso con lo stato centrale; non sono riusciti mai ad avere la zona franca.
Abbiamo un'agricoltura che arranca perché sprovvista di mezzi.
La Cassa Depositi e Prestiti è servita più al nord che al mezzogiorno.
Ai nostri consiglieri direi che oltre ad essere in fermento per l e nomine nelle liste, si fossero
interessati e fossero stati più incisivi rispetto al governo centrale, forse saremmo stati in linea con le altre regioni, specialmente con quelle che pretendono di darci lezioni. 
Per la nostra Sardegna mi viene da dire "che Dio ci salvi" dalla politica nostrana molto carente, più attenta ai bisogni personali che ai sardi.

Carmine Sanna