LETTERA APERTA DALL'INDIPENDENTISTA DODDORE MELONI
A TUTTE LE DONNE SARDE E UOMINI SARDI
Sono trascorsi trentacinque anni dal giorno che in Santa Cristina di
Paulilatino (luogo sacro per la storia sarda) venne indetta la prima
festa indipendentista della nostra storia.
Tale festa , venne
portata avanti, fra mille difficoltà, da un gruppo di indipendentisti
aderenti al Partito Sardo d'Azione e dal
FIS, Fruntene Indipendentista Sadru, che negli anni seguenti vennero
arrestati e processati nel cosiddetto "complotto separatista".
Molti di Voi , si chiederanno, per quale motivo ho scritto questo preambolo.
La motivazione sta ,che, nel periodo attuale in cui stiamo vivendo, si
stanno ripresentando le stesse condizioni politiche di allora.
Il
sentimento indipendentista dei nostri conterranei, giorno dopo giorno,
si sta propagando sempre di più, ma tale sentimento non viene
catalizzato verso i nostri movimenti ,per causa della nostra incapacità
politica, a prevedere e precedere con l'azione quello che accade intorno
a noi.
Infatti, mi sono permesso di indire il raduno, per il 4
Maggio 2013 a Santa Cristina, non per un motivo di primogenitura, ma per
il motivo che ,nella nostra cultura, emergono con forza le nostre
invidie infantili, le divisioni e i frazionamenti e pertanto di fronte a
queste realta', qualcuno deve pur cominciare a fare il primo passo.
Il motivo per cui ho pensato di indirlo ,nel luogo che aveva dato corpo
, per la prima volta in Sardegna, ad una festa, che riportasse , senza
ipocrisia, la parola INDIPENDENZA ed in particolare dove sorge il pozzo
sacro e il villaggio nuragico , fosse il luogo piu' adatto, per parlare
tra di noi, in pace e armonia, senza distinzioni fra i componenti dei
vari movimenti che si rifanno al mondo identitario sardo e che da lì,
tramite i vari interventi, possa nascere un sentire comune su alcuni
punti fermi che ci conducano all'indipendenza.
Il 4 Maggio, mi
auguro che nasca una giornata di incontro e di armistizio fra persone
che aspirano al raggiungimento della libertà del nostro popolo,
cosicchè, tale spirito, possa avere il sopravvento su tutto il resto.
Per far si che non si formino frizioni fra i presenti, l'unica bandiera
che il giorno dovrà sventolare dovra' essere la bandiera "quattro
mori", considerato che in questo periodo storico, rappresenta tutto il
popolo sardo.
Tale confronto, dovrà far capire alle nostre genti,
che le differenze fra i vari movimenti, sono fonte di democrazia
derivate da posizioni politiche diverse, ma tese al raggiungimento dello
stesso obiettivo.
La speranza che ripongo in questo mio invito,
girato a tutti i responsabili dei vari movimenti, è che non porti a
nessuna decisione di negazione della loro presenza di questo incontro
(anche se non deciso da loro in primis).
Dico questo, per il motivo
che dai vari strati della popolazione sarda si aspetta da noi la
responsabilità, la lungimiranza, il saper stare insieme, anche fra mille
sfaccettature differenti ma pronti ad assumere la guida della nostra
terra.
Se noi, a causa di personalismi sterili o visioni a corto
raggio ,non comprendiamo, la responsabilità che il nostro essere
indipendentisti comporta, vuol dire che il rifiuto di essere presenti a
tale raduno, segnerebbe uno spartiacque gravissimo, considerato che
dalla base, sgorga un prepotente sentimento di un dialogo piu' serrato e
responsabile, da parte dei massimi esponenti identitari.
Augurandoci che la ragione illumini le nostri menti.
p.s.: al dibattito che si terra' nella sala convegni la parola verra'
data a chiunque la chiedera', ma in base al numero dei richiedenti e il
tempo a disposizione, i minuti verranno contingentati.
TERRALBA 25.03.2013 Doddore Meloni
lunedì 29 aprile 2013
domenica 28 aprile 2013
Nave del percolato di Bellolampo NELL'INDIFFERENZA DELLA POPOLAZIONE OLBIESE E SARDA
Oggi 28 Aprile si è svolta ad Olbia una Manifestazione
( si fà per dire !!! ),per mettere a conoscenza la popolazione dell' eventualità, quasi certa, del transito e smaltimento presso il depuratore di Olbia di percolato prodotto dalla discariche della Sicilia.
Più che una manifestazione e stato un piccolo irrisoprio incontro tra partiti indipendentisti.
Del POPOLO nemmeno l'ombra, se non fosse stato che in coincidenza ci fossero stati i croceristi davanti al Comune di Olbia saremmo stati veramente pochi.
Accostandomi ai piccoli e vari gruppi Politici indp. ho ascoltato saggiamente senza intervenire.
Ho constatato solo una cosa, nessun partito indipendentista è indipendentista, le idee soggettive di ogni singolo individuo non possono essere condivise e accettate dagli altri.
Questo perchè non siamo tutti uguali e meno male che non lo siamo.
LA VERA INDIPENDENZA E' UNA SOLA E APPARTIENE AL POPOLO, SEMPRE CHE ESSO NE VOGLIA FAR PARTE.
IN CORSICA L'INDIPENDENTISMO E' FORMATO E CARATTERIZZATO PROPAGANDATO DA UNA SOLA UNICA E SOVRANA BANDIERA.
Nessun partito indipendentista è più bravo o meno bravo dell'altro.
Tutti dicono la stessa cosa, ma alla fine il risultato lo abbiamo visto nelle votazioni piccole percentuali e tutti a CASA.
Fino a che nelle stanze dei BOTTONI saremmo governati da PD / PDL nessun partito indipendentista sarà preso in considerazione dal POPOLO.
Solo l'unione fà la forza e in questi casi solo una unica bandiera può accorpare tutti i partiti, senza togliere a nessuno le sue idee di sviluppo e crescita del territorio che le appartiene.
Ci vediamo a Santa Cristina il 4 Maggio.
Per far si che oggi Olbia con il Percolato, domani le Trivellazioni ad Arborea, ieri l'inquinamento di Quirra non siano più oggetto di discussioni , non scenderemo più a compromessi con nessuno.
La Sardegna NON SI TOCCA !!!!!!.
BASTA BISOGNA DIRE BASTA!! A TUTTO CIO'.
LA SARDEGNA E' LA NOSTRA TERRA !!!! POPOLO SARDO ONORATELA CON LA VOSTRA PRESENZA RITROVATE LA VOSTRA IDENTITA' DI POPOLO FIERO!!! VI ASPETTIAMO A SANTA CRISTINA il 4 MAGGIO .
AVANTI FORZA PARIS.
M.C OLBIA.
( si fà per dire !!! ),per mettere a conoscenza la popolazione dell' eventualità, quasi certa, del transito e smaltimento presso il depuratore di Olbia di percolato prodotto dalla discariche della Sicilia.
Più che una manifestazione e stato un piccolo irrisoprio incontro tra partiti indipendentisti.
Del POPOLO nemmeno l'ombra, se non fosse stato che in coincidenza ci fossero stati i croceristi davanti al Comune di Olbia saremmo stati veramente pochi.
Accostandomi ai piccoli e vari gruppi Politici indp. ho ascoltato saggiamente senza intervenire.
Ho constatato solo una cosa, nessun partito indipendentista è indipendentista, le idee soggettive di ogni singolo individuo non possono essere condivise e accettate dagli altri.
Questo perchè non siamo tutti uguali e meno male che non lo siamo.
LA VERA INDIPENDENZA E' UNA SOLA E APPARTIENE AL POPOLO, SEMPRE CHE ESSO NE VOGLIA FAR PARTE.
IN CORSICA L'INDIPENDENTISMO E' FORMATO E CARATTERIZZATO PROPAGANDATO DA UNA SOLA UNICA E SOVRANA BANDIERA.
Nessun partito indipendentista è più bravo o meno bravo dell'altro.
Tutti dicono la stessa cosa, ma alla fine il risultato lo abbiamo visto nelle votazioni piccole percentuali e tutti a CASA.
Fino a che nelle stanze dei BOTTONI saremmo governati da PD / PDL nessun partito indipendentista sarà preso in considerazione dal POPOLO.
Solo l'unione fà la forza e in questi casi solo una unica bandiera può accorpare tutti i partiti, senza togliere a nessuno le sue idee di sviluppo e crescita del territorio che le appartiene.
Ci vediamo a Santa Cristina il 4 Maggio.
Per far si che oggi Olbia con il Percolato, domani le Trivellazioni ad Arborea, ieri l'inquinamento di Quirra non siano più oggetto di discussioni , non scenderemo più a compromessi con nessuno.
La Sardegna NON SI TOCCA !!!!!!.
BASTA BISOGNA DIRE BASTA!! A TUTTO CIO'.
LA SARDEGNA E' LA NOSTRA TERRA !!!! POPOLO SARDO ONORATELA CON LA VOSTRA PRESENZA RITROVATE LA VOSTRA IDENTITA' DI POPOLO FIERO!!! VI ASPETTIAMO A SANTA CRISTINA il 4 MAGGIO .
AVANTI FORZA PARIS.
M.C OLBIA.
sabato 27 aprile 2013
VOI MORIRETE !!!! L'EUORO NO !!!!!
Ecco chi paga Enrichino…
I
nostri lettori sanno che non amiamo affatto la produzione del gruppo
L’Espresso. Ma a volte anche da questa piattaforma decisamente “di
regime” arriva qualche illuminazione. Sugli sponsor di Letta il Giovane.
La lettura è utile a tutti, ma consigliata soprattutto a che pensa
che la politica sia scontro “tra idee e proposte diverse”. Qui,
brutalmente e senza alcuna ideologica, si ritorna alla vera essenza:
scontro tra gruppi di interesse. I quali, guarda caso, hanno
contrapposto -nel Pd – chi è solito fare affari anche con i gruppi più
“berlusconiani” e chi – anche non disdegnando frequentazioni occasionali
– si muove su altri piani di business.*****
Ecco chi paga Enrichino
di Luca SappinoEnel, soprattutto. Ma anche Eni, Telecom, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Farmindustria e il gruppo Cremonini. Sono i generosi sponsor della fondazione VeDrò, da cui nasce la rete di potere del premier incaricato. Chissà se avranno qualcosa in cambio
Chi finanzia VeDrò, il think-tank bipartisan che ha fatto di Enrico Letta l’uomo giusto per un governo di larghe intese?
Sponsor privati, ovviamente. Dall’Enel al gruppo dell’industria alimentare Cremonini, fino all’Eni e ad Autostrade per l’Italia. Il motivo? Ritorno di visibilità, loghi su brochure e siti internet. E la politica? La politica non c’entra, dicono: «Noi non negoziamo la nostra posizione intellettuale», dice subito il tesoriere Riccarco Capecchi.
Vedrò, anzi vedremo: «Dobbiamo lavorare molto sul tema delle privatizzazioni», è la posizione nota di Enrico Letta: «Il patrimonio pubblico è ancora enorme: bisogna cominciare a mettere nel mirino nuove privatizzazioni pezzi di Eni, Enel e Finmeccanica». E poi: «Sarà uno dei temi del nostro governo, quando gli elettori ci faranno governare», conclude il prossimo Presidente del Consiglio.
Sul tema dei finaziamenti privati ai think-tank, Mattia Diletti, docente e ricercatore di scienza politica all’Università La Sapienza di Roma, ha fatto un lavoro molto articolato: «Questo tipo di fondazioni politiche hanno bilanci molto simili e possono contare su budget medi di 800 mila euro». E Vedrò? «E’ poco sopra la media», dice Diletti. «Quello che colpisce però del sistema di finanziamento riguarda soprattutto i finanziatori piuttosto che i finanziati», spiega: «Sono prevalentemente ex monopoli pubblici, che hanno un rapporto ancora stretto con la politica e che finanziano un po’ tutti, con cifre ridotte, a pioggia, sia la destra che la sinistra.
Funziona un po’ «all’americana», dice Diletti. E come si riempie, in America, un bilancio da 800 mila euro? Lo si capisce prendendo in mano una qualunque brochure delle attività di Vedrò. Enel, Eni, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Farmindustria, il gruppo Cremonini (la carne Montana): sono tante le aziende che concorrono al fabbisogno del pensatoio.
Quello che non sappiamo è quanto sia il contributo specifico di questi sponsor, quali sono economici e quali invece in servizi. Quello che sappiamo è che gli sponsor hanno spesso un ruolo attivo, all’interno del dibattito, contribuendo al contenitore ma anche al contenuto.
Enel, ad esempio, promuove così l’appuntamento estivo di Vedrò, sul proprio sito: «Un think-net aperto e dedicato anche alla mobilità elettrica e alle smart cities», dove «Enel, sponsor della manifestazione, è protagonista del working group ‘Vedrò Energie’».
Vedrò vive tutto l’anno, organizza convegni, aperitivi e presentazioni. L’evento centrale è però la tre giorni che si svolge a fine agosto a Dro’, paese trentino di 4.500 abitanti, una quindicina di chilometri a nord del del lago di Garda, in un’ex centrale idroelettrica.
Nonostante la chilometrica lista di sponsor, l’evento non è gratuito. Anzi. Gli hotel della zona costano cari, e tutti gli ospiti – o quasi – pagano di tasca propria. In più, ovviamente, c’è una quota di iscrizione: 150 euro per gli under trenta, 300 euro o più per tutti gli altri.
Avarizia degli organizzatori? Piuttosto, ricerca dell’esclusività. Già così – per la prossima edizione – sono previste oltre mille persone: ben più di quelle arrivate l’anno scorso, che erano 800. «Le loro quote», ci spega il tesoriere Riccardo Capecchi, «servono a coprire i costi vivi della manifestazione, l’allestimento della centrale, le navette con gli alberghi, il catering per i tre giorni».
Ma non bastano. A Vedrò lavora una decina di persone («ma io come altri sono volontario», dice sempre Capecchi) e sono le sponsorizzazioni a tenere in piedi il tutto. Con quanto? Quanto basta per coprire tutti i costi, ma di più non si può sapere: «Noi – dice Capecchi – per ovvie ragioni di privacy non diffondiamo l’entità delle contribuzioni». Ma bisogna stare tranquilli, assicura, perché ««gli accordi che prevalentemente sono sulla visibilità, rispettano i parametri standard».
«Quello che posso dire», continua Capecchi, «è che la contribuzione media è di circa 30 mila euro. Anche se poi, ovviamente c’è chi dà meno e chi dà molto di più».
C’è poi chi è proprio affezionato: il premio di più fedele supporter va proprio all’Enel che a Vedrò ci va dalla prima edizione. «Con loro, così come con tutti gli altri», spiega il tesoriere, «c’è la condivisione di un progetto». Basta la condivisione a coprire tutti i costi? Pare di sì. «Anzi», si vanta Capecchi, «siccome io sono un gestore oculato, riusciamo anche ad avere un lieve avanzo di bilancio». Bilancio che però non aiuta a scoprire le cifre precise, perché le voci sono accorpate: «La nostra volontà di trasparenza è però certificata dal fatto che abbiamo fatto una società, al 100 per cento partecipata da Vedrò, che ha l’obbligo di presentare un bilancio pubblico, invece di fare tutto come associazione».
Resta da capire se le sponsorizzazioni diano o meno i loro frutti. Politicamente parlando, s’intende.
da L’Espresso *
Fonte: contropiano.org
giovedì 25 aprile 2013
DRAGHI DICE CON IL SORRISO SOTTO AI BAFFI : VOI MORIRETE L'EURO NO !!!! HAHAHAHAHAHAHA
IL TALEBANO DELL’EURO COME PREMIER
Data: Mercoledì, 24 aprile @ 22:13:44 CEST
Argomento: Italia
FONTE: COBRAF.COM
Perchè hanno messo Enrico Letta ?
Perchè il suo primo incarico importante è stato la Commissione per l'Euro nel 1994-1997 e ha persino scritto un libro intitolato: "Euro sì. Morire per Maastricht", Roma-Bari, Laterza, 1997 in cui scrive che vale la pena di morire per l'Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di "morire per la Polonia" e che ...non c'e' un Paese che abbia, come l'Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di ... una moneta unica...." (2) e..."abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che ... quando davanti ai loro occhi si spalanchera' il grandissimo mercato europeo, sara' come invitarli a una vendemmia in campagna. E' impossibile che non abbiano successo...il mercato della ...moneta unica sara' una buona scuola. Ci troveremo bene... (3) "
Enrico Letta di tutti i politici italiani è il più affidabile, è il cane più fedele ai padroni esteri, Letta è stato dall'inizio un fanatico talebano dell'Euro e giustamente ora i suoi padroni lo ricompensano nominandolo premier, con la complicità di Berlusconi che vuole evitare le condanne, di Monti e Casini che sono comprati di peso e dei PD (ex-PDS ex-Ulivo ex-PCI) che hanno una tradizione di vendersi agli stranieri dai tempi dell'URSS
Oltre a questo ha il resume giusto: Letta è ...membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale (4), un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller [3]. Nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg (5) presso Chantilly, Virginia, USA....È anche membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia (6) un'organizzazione americana finanziata anche dalla Rockefeller Brothers Fund, che si pone come obiettivo quello di incoraggiare le leadership illuminate, "le idee e i valori senza tempo...".
Questo è un tizio a cui andrebbe tolta la cittadinanza e andrebbe deportato dall'Italia, come si fa con i clandestini, perchè è una quinta colonna, una spia, un inflitrato.
Fonte: www.cobraf.com
24.04.2013
1) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
2) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
3) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
4) http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Letta
5) http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Letta
6) http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Letta
mercoledì 24 aprile 2013
GRAZIE POLITICI !!!!! QUESTI SONO I RISULTATI DEL VOSTRO IMPECCABILE LAVORO !!!!!
Disoccupato suicida: un’altra tragedia da attribuire alla crisi?
Scritto da Redazione il 24 aprile 2013 | (399 letture)
Un disoccupato di Villanovaforru si è tolto la vita. Dietro la tragedia lo spettro della crisi. E’ il quarto caso nell’Isola in meno di un mese.
Si è tolto la vita sparandosi un colpo di fucile al petto. Massimiliano Cilloco, 45 anni, è l’ennesima vittima della crisi. Aveva perso il lavoro. Era dipendente di un’azienda casearia di San Gavino. Prima ancora aveva trovato impiego in due caseifici di Villanovaforru.
Nelle ultime settimane tragedie simili a quelle che si è consumata a Villanovaforru, si sono compiute a Macomer, Orotelli e Serramanna.
Il paese è sconvolto. Le reazioni al microfono del giornalista di Videolina Antonio Pintori. Il servizio sarà trasmesso nel tg, a partire dall’edizione delle 13.
Fonte: Unione Sarda Online – Mercoledì 24 aprile 2013 12:12
Disponibile il servizio su Videolina
Nessun articolo correlato. FONTE UNIONE SARDA
martedì 23 aprile 2013
Sla: malati riprendono sciopero fame Grazie balduzzi Grazie Fornero.
Sla: malati riprendono sciopero fame
Usala, dopo visite ministri Regione non ha mantenuto promesse
-fonte ansa-
A tutto il popolo sardo cosa pensate dei vostri politici !!!! si dico vostri perche il sottoscritto rinnega la loro autorità !!!!! leggete queste poche righe !!!! e INDIGNATEVI !!!!!!
I POLITICI SONO SOLO LADRI E GOZZOVIGLIATORI !!!! PENSANO SOLO A LORO STESSI !!!!!! e giunta l'ora di dire basta !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Avanti Forza Paris
M.C.
martedì 2 aprile 2013
SPERIAMO CHE TUTTI QUEI SOLDI GLI SERVANO IN MEDICINE !!!!
P.A., lo Stato paga puntuale solo la Casta
Pronti i mandati di pagamento per le liquidazioni degli ex Parlamentari: 3 milioni di euro
11:11 - Lo dice anche la Bibbia (Ecclesiaste 3): "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo".
Sotto il cielo di Roma, però, il tempo scorre in modo un po' diverso.
Perché c'è chi aspetta da mesi, a volte anni, che lo Stato si decida a
firmare i mandati di pagamento (imprenditori strozzati che hanno
anticipato l'iva, cassaintegrati che aspettano i nuovi fondi,
professionisti che hanno prestato la loro mano d'opera magari a
Tribunali e affini) e chi invece passa già all'incasso: si tratta dei 600 ormai ex parlamentari che stanno per ricevere l'accredito della loro liquidazione. Totale: 3 milioni di euro.
Avvenire,
infatti, rivela che i mandati di pagamento sono pronti. Mentre i lavori
del Parlamento vanno a rilento per mancanza di materia prima, tipo un
governo, i contabili stanno completando i calcoli di quanto spetti ai
"trombati" dall'ultima legislatura. Il rinnovamento della classe
politica, sostituita per due terzi almeno tra Camera e Senato, costa
cara agli italiani: 3 milioni di euro circa solo in liquidazioni. I
vitalizi, infatti, restano separati (e già erogati).
In cima alla lista c'è Gianfranco Fini: il suo detassato trattamento di fine rapporto, vale 250mila euro. Ma a dimostrare che l'unica cosa davvero trasversale a tutti gli schieramenti sono i privilegi, sul podio sale Massimo D'Alema con 217mila. Stessa cifra per Livia Turco (Pd) e Domenico Nania (Pdl). Ma non trascurabili anche i gruzzoletti di Roberto Maroni (175mila euro), Franco Marini (Pd) 174mila euro, Beppe Pisanu (Pdl) (157mila euro) e Antonio Di Pietro (58mila euro). Non fatevi ingannare dalle cifre "modeste" di questi ultimi: avevano già ricevuto una liquidazione al tempo dell'interruzione del loro mandato.
E siccome sempre la Bibbia insegna che c'è un tempo per pagare, ma soprattutto un tempo per incassare, nessuno ha rinunciato alla propria liquidazione. Bisogna sottolineare che la cifra viene costituita dalle trattenute che ogni parlamentare ha versato durante il suo mandato. Soldi, comunque, stanziati dal popolo italiano per creare un "assegno di reinserimento". Sì, perché la liquidazione venne pensata per permettere al parlamentare di tornare alla società civile dopo aver prestato la sua opera al servizio del suo Paese. Pensiero stupendo, direbbe Patty Pravo, ma del tutto ipocrita nel momento in cui il parlamentare diventa politico di professione e smette di "esercitare" in tempo per la pensione (o per il vitalizio). Oppure passa da un incarico all'altro, come Maroni, già comodamente reinserito sulla poltrona di presidente della Regione Lombardia.
E così mentre imprenditori e professionisti aspettano diligentemente che, dopo aver eletto un Parlamento, si proceda con lo scegliere un governo che tra le prime cose sblocchi i pagamenti per lavori che hanno già svolto (e per cui hanno il più delle volte anticipato le tasse), i vecchi della Casta passano all'incasso. Perché sotto il cielo di Roma, il tempo scorre un po' così. E l'ora della busta paga scocca puntuale per tutti, ma per qualcuno un po' di più.
Gian Luca RoccoIn cima alla lista c'è Gianfranco Fini: il suo detassato trattamento di fine rapporto, vale 250mila euro. Ma a dimostrare che l'unica cosa davvero trasversale a tutti gli schieramenti sono i privilegi, sul podio sale Massimo D'Alema con 217mila. Stessa cifra per Livia Turco (Pd) e Domenico Nania (Pdl). Ma non trascurabili anche i gruzzoletti di Roberto Maroni (175mila euro), Franco Marini (Pd) 174mila euro, Beppe Pisanu (Pdl) (157mila euro) e Antonio Di Pietro (58mila euro). Non fatevi ingannare dalle cifre "modeste" di questi ultimi: avevano già ricevuto una liquidazione al tempo dell'interruzione del loro mandato.
E siccome sempre la Bibbia insegna che c'è un tempo per pagare, ma soprattutto un tempo per incassare, nessuno ha rinunciato alla propria liquidazione. Bisogna sottolineare che la cifra viene costituita dalle trattenute che ogni parlamentare ha versato durante il suo mandato. Soldi, comunque, stanziati dal popolo italiano per creare un "assegno di reinserimento". Sì, perché la liquidazione venne pensata per permettere al parlamentare di tornare alla società civile dopo aver prestato la sua opera al servizio del suo Paese. Pensiero stupendo, direbbe Patty Pravo, ma del tutto ipocrita nel momento in cui il parlamentare diventa politico di professione e smette di "esercitare" in tempo per la pensione (o per il vitalizio). Oppure passa da un incarico all'altro, come Maroni, già comodamente reinserito sulla poltrona di presidente della Regione Lombardia.
E così mentre imprenditori e professionisti aspettano diligentemente che, dopo aver eletto un Parlamento, si proceda con lo scegliere un governo che tra le prime cose sblocchi i pagamenti per lavori che hanno già svolto (e per cui hanno il più delle volte anticipato le tasse), i vecchi della Casta passano all'incasso. Perché sotto il cielo di Roma, il tempo scorre un po' così. E l'ora della busta paga scocca puntuale per tutti, ma per qualcuno un po' di più.
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